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Ogni mattina Eza e Ishimori si incontravano per vivere l’alba riflessa sulla scia di quella nave che li portava all’isola.

Se quell’isola esistesse o meno non era l’importante.

Importante, era il loro “grande viaggio” attraverso ignote rotte interiori.

Qui l’esito di quelle miglia trascorse sul ponte in quelle mattine.

Non sappiamo bene l’epoca in cui viaggiarono, possiamo solo dire che anche questo non è molto importante.

Il loro tempo trascorreva lento e il mare, in quelle mattine, dispiegava vento, pioggia, sole ed onde attraverso i loro volti e li riversava nelle loro anime in navigazioni al confine tra realtà e illusione.